Un sorriso aperto e la pacatezza di chi sa quanto sia importante prendersi tempo e cura delle persone e delle cose che fa.
Irene Bellifemine di professione fa l’infermiera. È mamma di quattro figlie e moglie di Domenico, e da tanti anni per passione ha un ruolo nell’amministrazione comunale di Malnate come assessore alla Cultura con deleghe ai Servizi Educativi, Cultura, Sport, Città dei Bambini, Giovani e Lavoro.
“Durante il suo mandato – come si può leggere dalla sua pagina Facebook – è stata promotrice di importanti progetti come: Baby pit-stop, nati per leggere, Malnate Città che legge e il difensore civico dell’infanzia e dell’adolescenza”.
Ha scelto di candidarsi per dare continuità al lavoro svolto fin qui con una prima dichiarazione di intenti.
“Mi impegnerò per essere un punto di riferimento e di sprone per tutti i cittadini. La mia visione di politica è infatti intesa come “polis”, come partecipazione attiva dei cittadini, e quindi capacità di governare mirando al “bene comune”, nell’ottica di prendersi cura della città per poter “vivere bene”.”
La nostra prima intervista alla candidata del centro sinistra perte da uno dei temi forti della vita cittadina degli ultimi anni: Malnate città dei bambini.
Se lei diventerà sindaco, questo progetto sarà ancora centrale?
«Nei giorni scorsi, per far capire come intendiamo muoverci, abbiamo inaugurato due nuovi baby pit-stop nelle farmacie di Gurone e Malnate che si aggiungono agli spazi in comune e biblioteca. La città dei bambini è un progetto che nasce da idee forti, ma che richiede azioni concrete. Per questo è importante pensare a spazi sempre a disposizione delle mamme che devono allattare e cambiare i bimbi. Vogliamo continuare a lavorare per la Città dei bambini perché ha un grande valore per tutti ed è stato il progetto portante delle nostre amministrazioni. Come assessore ho avuto la delega e ho conosciuto in profondità il progetto. Questo mi ha permesso di prendere parte al consiglio del Garante dell’Infanzia, dove è visto come progetto pilota. Nei prossimi anni estenderemo la proposta anche ai ragazzi e non solo all’infanzia. Puntiamo a coinvolgere gli adolescenti per poterli renderli partecipi alla vita cittadina».
Come si vive a Malnate?
«Malnate è una città dove si vive bene. Dipende poi dalla sensibilità di ciascuno. Se si dà ascolto al pettegolezzo, a chi alimenta le paure, che comunque vanno ascoltate, la percezione può anche essere negativa, ma il degrado e la delinquenza sono minimi. Abbiamo un ottimo rapporto con Carabinieri e Polizia Stradale che sul territorio lavorano molto bene. Poi è importante la partecipazione dei cittadini. Un tema su cui abbiamo lavorato tanto e continueremo a farlo. Anche per questo ho aderito al Manifesto della comunicazione non ostile perché per noi l’ascolto ha una grande importanza, la comunicazione (non ostile) deve avere la priorità. Perché le parole danno la forma al pensiero».
Negli ultimi anni però, sempre sulla sicurezza, ci sono stato tanti incidenti stradali conclusi in tragedia. Che cosa si può fare in tempi brevi e certi?
«Il primo punto è chiedere alla Regione i fondi per realizzare il “Peduncolo” dal Ponte di Vedano a Binago. Poi puntiamo all’attuazione dei progetti relativi al Pums, che prenderanno il via quest’anno. Verranno realizzati più di trenta interventi che prevedono rotonde sulla Briantea e segnaletica più visibile. Cerchiamo di creare situazioni a favore del pedone: attraversamenti sollevati e azioni studiate dai progettisti del Pums».
Malnate in questi anni si è contraddistinta anche per una politica ambientale….
«Certo e vogliamo continuare a migliorare a partire da un uso corretto delle tecnologie. Pensiamo di sviluppare tematiche sulla Smart City, la città intelligente. Intanto comunque abbiamo già raggiunto obiettivi importanti. Siamo all’85% di raccolta differenziata e l’introduzione dei microchip ha fatto risparmiare 200mila euro alla città. È molto, ma vogliamo ampliare il discorso dei “rifiuti zero”».
A che punto è il progetto della nuova biblioteca?
«Il primo punto da considerare è strutturale. Abbiamo chiesto uno studio di fattibilità che possa spostare uffici comunali per trovare la soluzione migliore. Sono arrivati due progetti: uno che prevederebbe di spostare la biblioteca nell’edificio ex “Alberio” e uno negli uffici di via De Mohr. Valuteremo quale sarà il migliore considerando anche i parcheggi e gli accessi. Definita la locazione, si svilupperà il progetto “Polo Culturale”. Come assessore alla cultura ho lavorato a diversi progetti per promozione della lettura che ci hanno portato al riconoscimento di “città che legge”. Questo ci dà la possibilità di partecipare a bandi nazionali».
Come sarà la sua Malnate tra 5 o 10 anni?
«Il primo progetto che vorrei vedere realizzato è ridisegnare il centro di Malnate, partendo dal nuovo Polo Culturale. Senza dimenticare le periferie e i vari centri storici, vogliamo abbellire Malnate non solo dal punto di vista estetico. E fondamentale la partecipazione sociale e culturale. Vorrei vedere una città più intelligente, che sappia valorizzare le sue potenzialità e virtuosità anche a livello ambientale. Se una città è più ricca culturalmente, aumenta per tutti il capitale sociale».