Dopo tanti anni di politica per Brinzio, e dopo avere fatto tre mandati come sindaco, Roberto Piccinelli pensava di “attaccare il cappello al chiodo” e godersi un meritato riposo. L’ha detto ai suoi concittadini, l’ha ripetuto quando gli è stata fatta una precisa domanda. Come mai allora il già tre volte sindaco di Brinzio si è ripresentato? L’abbiamo scoperto nell’intervista che vi riportiamo, e che parte da una domanda che abbiamo ricevuto.
Raccogliamo e le rigiriamo la domanda di un lettore, che suonava più o meno così: “Perché chi si ricandida aveva promesso di non farlo più?”
«In effetti ho detto che non mi sarei più ricandidato: perché ho 72 anni, un nipote, sono solo. Vorrei stare tranquillo, insomma. Abbiamo fatto serate, spiegandolo. Dopo averlo detto a tutti, l’ambiente era fermo a Brinzio: il rischio, all’inizio, era addirittura che non ci fosse nessuna lista. Sentivo sul collo il fiato dei miei sostenitori e del mio gruppo. Così ho promesso che mi sarei presentato, ma solo se non ci fosse stata alcuna lista di brinziesi, e la mia candidatura evitasse il commissariamento, o il fatto che il comune andasse in mano al primo che si presentava, solo per mancanza di contendenti. E in effetti, la mia lista è stata presentata alle 11.55, dopo essermi assicurato che nessuna lista di brinziesi si fosse presentata. Non è un gioco, e non è divertente: dopo 8 tornate elettorali e un mare di impegni potevo anche stare tranquillo. Ma non me la sentivo di dare in mano l’amministrazione del comune a un commissario prefettizio. Le dirò di più: io e Sergio Vanini, il sindaco in scadenza, prima di arrivare a questa decisione, siamo andati a cercare materialmente le persone in grado di poter proseguire. E non solo nel nostro gruppo: anche tra persone che hanno militato in gruppi diversi dal nostro, ma che sapevamo avrebbero potuto raccogliere il testimone, per il bene del paese. Ne abbiamo chiamate quattro o 5, ma ci hanno detto tutti no».
Come spiega tutta questa disaffezione alla partecipazione?
«Gran parte di questa disaffezione arriva dai mass media, a guardare loro sembra che tutti gli amministratori sono dei ladri. Invece non è vero: c’è tanta gente che fa questo lavoro – volontario – con coscienza, assumendosi responsabilità fin troppo grandi»
Proviamo a ripassare la sua storia politica… «Mi sono presentato nel 1980 per la prima volta in consiglio comunale e da li non ho mai smesso: è stato un unico periodo di politica. Prima da consigliere comunale, poi vicesindaco, assessore. Ho fatto tre mandati da sindaco fino al 2004, quando ho “lasciato la palla” al sindaco attuale a cui ho fatto da supporto. E ora mi ripresento, per la nona volta. Le altre volte ho vinto, vediamo ora come va»
Quali sono le sue priorità per Brinzio? «Innanzitutto: Brinzio è un comune piccolo, di 800 persone: non ha entrate proprie, dipende totalmente da terzi e perciò siamo totalmente fermi. E’ bello dire “faremo…” ma i conti dicono il contrario: se riusciamo a conservare quel che abbiamo fatto in questi anni è già una vittoria. Comunque abbiamo anche degli obiettivi, come superare il problema delle barriere architettoniche al cimitero: che è proprio bello ma è di difficilissimo accesso. Non sarà facile, ma ci proveremo. La seconda priorità per Brinzio riguarda le associazioni: il comune ne ha parecchie, una dozzina, che fanno da linfa al paese. Finchè queste associazioni sono vive, Brinzio va bene. Continueremo a essere loro vicini, perchè senza di loro ci sentiremmo piu poveri. Per questo, abbiamo la pretesa di dotarci di una “vera” pista da fondo: c’è l’opportunità di fare un grosso investimento per renderla stabile e possibile anche quando non nevica, per prolungare la stagione di almeno un paio di mesi, con una struttura che ne permetta l’utilizzo anche nella stagione estiva da parte delle associazioni. Stiamo vagliando le soluzioni, ci stiamo studiando sul serio, innanzitutto con verifiche e e analisi dei costi, perchè è un progetto che poi, una volta realizzato, dovrà stare in piedi sulle sue gambe. Infine, tra le prime cose che farò, se sarò rieletto, una tento di far dal 1980: coinvolgere i giovani. Abbiamo un problema, in tutti i piccoli paesi, che è quello del disinteresse per l’impegno civico. Me ne faccio un po’ di colpa perchè abbiamo sempre cercato di iniziare un percorso con ragazzi giovani, ma ogni volta abbiamo finito per non riuscire a compiere il nostro obiettivo di trovare nuove leve, o almeno appassionarle all’impegno civile. Ogni volta mi riprometto di fare interessare le nuove generazioni, e anche questa volta ci proverò».
Qual è il suo giudizio sull’amministrazione uscente? «Condivido tutte le loro scelte, ne sono consapevole, e condivido anche alcune responsabilità. Faccio parte di loro, in coscienza penso che abbiamo operato bene».
La sua controparte è fatta soprattutto di giovani: cosa ne pensa? «Io purtroppo non riesco a pensare niente: perchè non li conosco, non so chi sono, non li ho mai visti. Anche se non di qui, spero comunque siano persone che vogliano lavorare per Brinzio, anche qualche dubbio ce l’ho: mi sono permesso di leggere il loro programma, e invito chi vuole valutare entrambi a leggerlo e fare le proprie considerazioni».
Concludiamo con un’altra domanda dei lettori è: Qual è il tema principale che dovrebbero affrontare i candidati? Fusione e accorpamento tra piccoli comuni?
«Su questo argomento, lei sfonda una porta aperta. Sono anni che cerchiamo di metterci assieme, per creare un unione di comuni. Ora non si può piu andare avanti cosi. Proporrò la fusione come gesto di sfida, anche se non è un putno a cui vorrei arrivare: voglio vedere chi può essere d’accordo con noi, se non con una fusione, almeno con una unione di servizi. Certo, bisogna abbattere qualche campanile, è la cosa piu dura. Ma la strada è segnata, è l’unico modo vero per sopravvivere»