Migrata dal sud Italia molto giovane, cresciuta nel legnaese e adottata da Bizzozzero 21 anni fa, quando ha sposato un varesino: Gabriella D’Amato, mamma di 5 figli e ingegnere meccanico, è una delle quattro candidate donna per le elezioni europee nel Varesotto.
D’Amato è una militante del partito il Popolo della Famiglia in lista per le europee con l’apparentamento “Il Popolo della famiglia – Alternativa Popolare”. «Sono sempre stata appassionata di politica, intesa come l’interessarsi del bene comune – spiega la candidata -. E questo nel 2016 mi ha spinto ad impegnarmi sotto le insegne di questo nuovo movimento prima alle elezioni comunali e ora verso il traguardo europeo».
Il programma del Popolo della famiglia in Europa vuole poggiare su quattro pilastri fondamentali: la lotta alla denatalità, una maggiore democrazia, la difesa della famiglia e il contrasto alle dipendenze.
«Combattere la denatalità è il fulcro di tutta la nostra azione politica – spiega D’Amato – e dovrebbe esserlo di tutta la politica perché questo è il problema dei problemi. Ci sono problemi strutturali alla base della tenuta del nostro welfare e provvedimenti come Quota100 o altre riforme del sistema pensionistico non servono a niente se non ricominciamo a fare figli. In questo senso, tra le tante cose a cui pensiamo, abbiamo presentato una proposta per istituire un “reddito di maternità” che consiste nel permettere alla donna che sceglie di stare a casa e dedicarsi alla famiglia di avere un reddito esentasse di mille euro al mese fino al compimento degli 8 anni del bimbo».
Qual è il centro del vostro programma?
«È il sostegno alla famiglia. Di famiglia si parla in tutte le campagne elettorali da tutti gli schieramenti ma poi chi fa davvero qualcosa? In Italia ci sono 26 milioni di famiglie, il che significa che aiutare la famiglia significa aiutare la stragrande maggioranza dei nostri concittadini italiani ed europei. Pensiamo solo all’italia nella crisi del 2008 che non è arrivata al tracollo solo perché le famiglie hanno agito come ammortizzatore sociale. Questi temi per noi sono il perno di tutto, per gli altri sono la bandiera che viene sventolata per ottenere consensi».
Il vostro partito è noto per prese di posizione molto nette su tanti temi etici, le porterete anche nella campagna europea?
«La nostra priorità è la difesa della vita e in Europa c’è un contesto sempre più a favore di spinte contrarie a favore di aborto ed eutanasia. Noi intendiamo ribadire la centralità della famiglia naturale e la sacralità della vita».
Nel vostro programma parlate anche di “guerra alle dipendenze”, che cosa intendete?
«Riteniamo che il nostro futuro dipende dalla crescita sana dei nostri giovani che attualmente si trovano in una condizione sociale di difficoltà. Quando parlo di dipendenze intendo da droga, alcol, gioco d’azzardo, e sesso. Parlo anche di sesso perché ci sono modelli sbagliatissimi in giro, ad esempio sono rimasta sconvolta dalla facilità di accesso ai contenuti pornografici sul web senza nessun filtro anche per i più piccoli. Penso che sarebbe opportuno pensare ad alcuni provvedimenti come il “Porn block”, un’iniziativa messa in atto dai britannici per rendere più inaccessibili ai giovani i siti di pornografia. Oppure anche la diffusione della cannabis: è dimostrato che fa malissimo, dovremmo condurre una battaglia per contrastarne la diffusione, anche della cannabis light».
Cosa cambiereste della struttura politica di questa Unione europea?
«L’Europa dei burocrati e dei banchieri è destinata al naufragio. Serve più democrazia e il ritorno alle radici cristiane. Penso che sarebbe opportuno introdurre l’elezione diretta della Commissione europea e del presidente della Commissione. Inoltre, riportare le radici cristiane non è un aspetto confessionale ma prettamente politico perché crediamo che i principi ispirati al cristianesimo possano realmente portare al bene comune di qualsiasi cittadino».
Il “Popolo della famiglia” sarà in piazza montegrappa a Varese sabato con un gazebo.