«In questi anni a Milano abbiamo affrontato il tema delle periferie partendo da una binomio imprescindibile: valori e sviluppo. Milano è cresciuta in attrattività, solidarietà e inclusione». Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali del comune di Milano e candidato alle prossime europee, è intervenuto all’incontro sul tema “Nuova Europa, nuovo stato sociale”, organizzato al De Filippi dal Pd di Varese. (nella foto, da sinistra: Francesco Licata, Roberto Molinari, Pierfrancesco Maiorino, Saverio Innocenzio ed Emilio Magni)
Guardando a quanto sta accadendo nelle periferie romane, viene spontaneo fare un confronto con la metropoli milanese che a sua volta ha dovuto affrontare non poche tensioni soprattutto a causa dei problemi abitativi. «Per noi alcuni valori rimangono fermi – ha continuato Majorino – Se c’è una famiglia di profughi siriani che dorme sul marmo freddo della stazione, il mio assessorato ha il dovere di intervenire e quindi si attivano tutti quei dispositivi per dare una risposta all’emergenza. Questi interventi però devono essere accompagnati da una visione di sviluppo e di processo per cui sull’edilizia popolare noi abbiamo dato vita a una riqualificazione delle periferie, il recupero di alloggi vuoti e la costruzione di nuovi. Ma c’è ancora molto da fare».
Il modello indicato dall’assessore milanese si basa su una rete di soggetti che sostengono gli interventi di welfare, facendo ricorso alla sussidiarietà e a tutte quelle forze del terzo settore impegnate sul territorio. «Alcuni progetti li abbiamo sostenuti accedendo ai fondi europei – ha spiegato Majorino – nonostante la gestione degli stessi da parte della Regione è piuttosto burocratica, ma l’apporto della comunità e le sue storiche presenze, come la , ci hanno aiutato in questo percorso».
Il cosiddetto welfare di comunità funziona molto bene, a maggior ragione dove c’è già una tradizione in questo senso. Non semplice e per niente scontato è invece l’accesso ai fondi europei da parte dei piccoli comuni. «Per partecipare ai bandi europei – ha sottolineato Francesco Licata, sindaco di Lozza – spesso è complicato, perché occorrono competenze specifiche che le piccole amministrazioni al loro interno non hanno».
Tutti i comuni, quando si parla di welfare, non solo devono fare i conti con il bilancio ma devono anche mettere in conto che l’impegno di spesa di anno in anno tenderà aumentare per via dell’invecchiamento della popolazione. «Il comune è la prima presenza dello Stato sul territorio – ha precisato Roberto Molinari, assessore ai Servizi sociali del comune di Varese – ed è dunque normale che i cittadini in stato di bisogno si rivolgano all’assessorato. Abbiamo messo chiarezza sui conti perché chi ci aveva preceduto non teneva sotto controllo la spesa sociale: oggi noi destiniamo 10 milioni di euro ai servizi sociali su 88 milioni di bilancio. Ma è importante programmare, considerato l’aumento tendenziale delle dichiarazioni di disabilità».
Per i piccoli comuni guardare all’Europa come un soggetto erogatore di welfare sarà dunque sempre più naturale. «La sfida oggi – ha detto Emilio Magni, sindaco di Cazzago Brabbia – è erogare con continuità alcuni servizi soprattutto agli anziani. Se lo possiamo fare è grazie al distretto sociosanitario e alla vicinanza con il capoluogo. Per un paese come Cazzago, che ha nella cultura lacustre il suo baricentro e la sua tradizione secolare, i fondi europei potrebbero giocare un ruolo fondamentale già nell’immediato futuro».
Il lago di Varese è sempre stata una grande risorsa e non solo per i pescatori di Cazzago Brabbia. Per Saverio Innocenzio, della lista della lista Viva Gavirate!, che sostiene la candidatura a sindaco di Selvino Beccari, va recuperata la sua centralità. «Un tempo si chiamava addirittura lago di Gavirate – ha concluso Innocenzio – importanza che con il tempo è passata in secondo piano. Credo invece che vada recuperata e l’Europa sarà determinante per affrontare le sfide di una società che è alla ricerca di una nuova identità. Se dovessi immaginare un cognome adatto per l’Europa, Welfare è quello ideale».