Aveva 24 anni quando ha iniziato la sua vita in politica e adesso che di anni ne ha 62 Alberto Rossi non si vuole tirare indietro, anzi. «Ora che sto per andare in pensione avrò ancora più tempo per fare il sindaco» racconta a pochi giorni dalle elezioni nella sua Mesenzana. Rossi punta infatti ad una riconferma alla guida del paese perchè «Mesenzana è la cosa che amo di più, dopo mia moglie naturalmente».
Proprio per questo ha deciso di tornare a candidarsi con la lista Per una grande Mesenzana perchè «il sacro fuoco del fare non mi abbandona mai, mi piacciono le imprese e cerco sempre qualcosa». Secondo Rossi in questi anni di amministrazione «abbiamo dimostrato di essere in grado di fare cose che tanti credevano impossibili, dalla rotonda alla Malpensata fino all’asilo che ormai è quasi pronto passando per una pressione fiscale bassissima». Proprio per questo Rossi chiede la riconferma della fascia tricolore «e continuare a proiettare Mesenzana nel futuro, senza però perdere la nostra identità».
Un progetto che nel corso degli anni ha portato Mesenzana a vivere l’opposto di un fenomeno ampiamente diffuso nel nord della provincia, quello dello spopolamento. «Dal 2000 ad oggi siamo cresciuti di ben 500 abitanti -ricorda Rossi- e se da un lato questo ci fa molto piacere dall’altro ha creato qualche problema, a partire dai parcheggi». Proprio per questo una proposta per il nuovo mandato è quella di «fare 150 nuovi parcheggi sparsi per tutti i punti nevralgici del paese in modo da essere sempre più a misura d’uomo».
Un rammarico però Alberto Rossi ce l’ha. «Una cosa che avrei voluto fare e che non sono ancora ancora riuscito è il realizzare un percorso pedonale sulla 394 che permetta a chi abita nelle contrade estreme di Mesenzana di muoversi in totale sicurezza, senza la paura di essere investiti». Un progetto che tornerà subito sulla scrivania del sindaco e che Rossi punta a realizzare anche grazie alla sua nuova squadra: «C’è il gruppo storico di chi è partito con me, un vero e proprio zoccolo duro. Ma abbiamo dato anche spazio ai giovani e, ad esempio, abbiamo con noi una ragazza del ’92 e uno dell’89».