Se da circa un anno Samarate è più verde lo si deve in parte all’associazione Iris., associazione di volontariato composta dagli abitanti di tutte le frazioni nata nel febbraio 2018. Che «si è data uno statuto ambizioso», spiega Emanuela Signorini. La associazione è impegnata su tre sezioni: quella civica si occupa di urbanistica (ad esempio con progetto sullo smaltimento dell’amianto), quella storica, invece, del recupero delle tradizioni, dei valori e degli immobili, per non essere «un paesino di estrema provincia».
La sezione, inoltre, più animata è quella del verde, facilitata sicuramente dalla ricorsività delle stagioni, diretta proprio dalla Signorini. «Abbelliamo la città con il surplus di fiori, spesso recuperati dalla discarica, chiedendo prima il permesso al comune», spiega la volontaria, «ed il simbolo di tutto è l’iris perché vive senz’acqua e soffoca le malerbe». Si tratterebbe del primo caso in Italia di riciclo di fiori per il bello pubblico.
Nell’arco di un anno i volontari della sezione verde sono intervenuti ed hanno abbellito molte zone cittadine: la piazza di Verghera, «che aveva una fontana pericolosa e rotta: i commercianti ci hanno chiesto di intervenire e noi abbiamo fatto un’aiuola», lo spartitraffico di Villa Montevecchio, l’incrocio in via Solferino, la tecnocasa in piazza a Samarate, un cortile di edilizia del comune a San Macario abbellito con delle fioriere di ibiscus e tulipani (dentro al progetto di custodia sociale del Comune, con la rete Revolutionary Road), la semina di semi di papaveri e tulipani nello spartitraffico di via della Prava – «con la speranza che fioriranno l’anno prossimo» – ed, infine, la corona di cinquecento ortensie blu in Villa Montevecchio tramite una convenzione con la fondazione. «L’obiettivo era di raccogliere cinquecento ortensie in cinque anni, ma nei primi due anni ne abbiamo già piantate trecento» e tutto questo, secondo lei, è merito esclusivamente dell’impegno dei volontari e della collaborazione con gli enti pubblici.
La parte più bella di questo progetto? Quando, mentre sono al lavoro, passano dei cittadini comuni, li vedono e si mettono a loro disposizione, anche nell’aiuto per le minime cose. «Per me questo è un miracolo, vogliono rendere la loro città accogliente e bella», risponde emozionata. «E questo è anche dovuto al fatto che il fiore venga capito da tutti: il bello richiama il bello»: solo così si contrasterebbe il degrado, secondo lei. «Se la prossima amministrazione lavorerà sul bello, la gente allora si occuperà del bello», afferma decisa la volontaria.
Iris, inoltre, è interessata al recupero del parco intorno alla villa, per ora solo un parco giochi: ha prima di tutto una valenza storica, dato che risale alla fine dell’Ottocento, ospita alberi antichi e molti animali: «Salvare il parco significherebbe salvare un pezzo di pianeta».
Un’altra idea nel calderone di Iris, e pronta all’attivo anche se «in rallentamento perché il Parco Ticino ha cambiato l’amministrazione», è l’intervento lungo la pista ciclabile che dal cimitero porta a Cascina Costa e poi per 10km nel verde si può arrivare al Parco del Ticino. Il progetto è in atto grazie al presidente Francesco Tiziani, che è andato di persona al Parco e ha trovato un collegamento per via Gaggio e, dunque, per la strada del Parco. «Noi siamo pronti e lo sono anche i nostri cartelli che abbiamo preparato: aspettiamo solo il Parco del Ticino, siamo rispettosi delle regole ed aspettiamo. Appena ci daranno il via, partiremo».
Alcune di queste idee non sono forse famigliari in queste elezioni amministrative 2019 a Samarate? Magari sono comparse in qualche programma elettorale? «Iris è un crogiuolo di idee e di formazione di persone: in quasi tutte le liste c’è un volontario di Iris», spiega orgogliosa la Signorini «ciò vuol dire che lo spirito dell’associazione è trasversale alla politica: ci hanno capiti, si spera che portino avanti i progetti», perché Iris, secondo lei, deve rapportarsi con la politica, di qualunque colore sia. In un quadro socio-culturale in cui l’idea del verde ed il tema ambientale sono all’ordine del giorno un progetto di questo genere è necessario, perché «fa la differenza».
Solo qualche anno fa tutto ciò, secondo lei, sarebbe stato impensabile. Ma ora qualcosa, sia a livello locale sia a quello globale, si sta muovendo, sebbene la politica fatichi ancora a capirlo: «Ma lo farà in futuro, sono cose che ormai sono una necessità e che Iris ha recepito». La Signorini è molto fiduciosa in vista delle imminenti elezioni: il motivo? «In molte liste ci sono i volontari di Iris e questo sentimento del bello ha trovato nuovi obiettivi: vediamo se sbocceranno come i nostri papaveri».
di Nicole Erbetti