Rinnovamento. Energia. Soluzioni.
Poche e misurate parole, a tratti anche umili, ma certe, che laureano il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti protagonista di una serata fatta di passione politica dove la Lega ha mostrato i muscoli.
Se la forza di un partito si misurasse nel tempo impiegato dai militanti per riempire una sala da centinaia di posti, l’indicatore di questa sera segnerebbe un risultato fuori dal comune per il movimento di Salvini, che cercherà di vincere in ogni comune dove al prossimo 26 maggio si presenterà con un proprio simbolo.
Amministrative, europee, schemi, pacche sulle spalle e battimani.
Al Castello di Monteruzzo di Castiglione Olona la serata comincia a porte chiuse per il direttivo provinciale che ha come obiettivo quello di cementare le candidature al simbolo con rigore militare sull’appartenenza: in un paese, due liste civiche con dentro leghisti da una parte o dall’altra ci possono anche stare, ma se in una il partito dà il simbolo, allora non si può sgarrare: la linea del Piave è quel “Salvini” scritto in giallo che sarà anche simbolo delle europee, per non causare confusione negli elettori.
A tirare le file è il segretario e onorevole Matteo Bianchi che nei tre punti caldi – Malnate, Cardano al Campo e Tradate – si lascia andare a qualche anticipazione, che è anche conferma: «Stiamo ancora lavorando su Malnate, mentre a Tradate la maggioranza dei militanti ha optato per Bascialla e ora la candidatura è al vaglio della segretaria, mentre a Cardano al Campo il nostro candidato sarà Colombo, appoggiato dal centrodestra (manca però Forza Italia).
«Lo schema della Lega è l’alleanza col centrodestra mantenuta nei due terzi dei Comuni, che per l’85% sono sotto i 10 mila abitanti», spiega Bianchi, che taglia corto perché in quel momento entra nella sala del direttivo Giancarlo Giorgetti che si presta a cinque minuti di domande prima del bagno di folla coi militanti.
Dunque la Lega è alleata del centrodestra alle amministrative. Ma non era morto, il centrodestra? «Sono morte le vecchie categorie della politica, i vecchi schieramenti sono ribaltati perché l’irruzione del populismo ha fatto saltare tutti gli schemi. Il centrodestra si ripresenta perché cementato da positive esperienze passate: affinamenti molto amministrativi e poco politici che non scontano problemi generali, di sistema. È poi evidente che le fortune dei partiti dipendono da leader e non da ideologie».
Qual è l’obiettivo della Lega? «Trovare la capacità di rinnovarsi, trovare energie e persone nuove: l’esperienza amministrativa è una formidabile palestra politica, noi da lì arriviamo. Il nostro obiettivo è confermare, dove possibile, e riuscire a portare a casa qualche piazza nuova: Malnate potrebbe essere una sorpresa. È certamente una sfida».
Giorgetti conferma che il simbolo sarà naturalmente uguale dappertutto, ma anche lo stesso che gli elettori troveranno sulla scheda all’“election day”: amministrative ed europee insieme.
Già, le europee: avete già ragionato sui candidati? «L’ultima parola sulle europee spetta a Salvini, ci sono tante voci che si rincorrono. Le europee sono una competizione bestiale, in passato big del territorio non ce l’hanno fatta».
La porta che dà sul corridoio è rimasta aperta e passano proprio in quel momento, il vice sindaco di Busto Arsizio Isabella Tovaglieri e il giornalista Max Ferrari, dati come candidati in pectore.
«Niente», chiosa Giorgetti. «Non c’è correlazione tra Governo ed europee. Il nostro obiettivo resta quello di continuare a dare risposte ai cittadini. Si va avanti, magari non alla velocità desiderata, ma procediamo. La stella polare rimane il contratto di governo e quello coi Cinquestelle è l’unico governo possibile, coi numeri di questo parlamento».