«Vogliamo dare vita al paese creando spazi adeguati, renderlo attraente per lo sviluppo delle aziende e favorire la partecipazione dei cittadini alla vita della comunità».
‘ViviAmo Arsago’ è la lista che sfiderà la Lega di Montagnoli alle amministrative di Arsago Seprio. Dopo la scissione all’interno della maggioranza uscente, e la conseguente alleanza tra la Lega e il consigliere uscente Fabio Montagnoli, sarà Paolo Mastorgio il candidato sindaco della nuova lista. Che comprende alcuni membri della maggioranza uscente: l’assessore al bilancio Paola Borghi, i consiglieri Ismaele Tognella, Diego Marangon, Elena Dal Zotto, oltre al membro del consiglio dei ragazzi Lorenzo Rossella.
Nella lista compaiono anche i nomi di Giovanni Martinelli (ex assessore alla cultura), Luca Campanati, Simona Ferro, Francesca Locatelli, Francesco Veronese, Isaia Giaretta e Barbara Benetti.
«Con ‘ViviAmo Arsago’ nasce una proposta orientata a rinvigorire un paese piccolo ma ricco di storia, peculiarità e aziende» spiegano i membri della lista civica. «La nostra è una squadra formata da persone con competenze, capacità specifiche consolidate in diversi settori professionali, economici, associativi e con alle spalle esperienze amministrative Comunali».
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«Abbiamo composto la lista rispettando le quote rosa e azzurre», afferma il candidato sindaco Paolo Mastorgio. 40 anni, laureato in Giurisprudenza all’Università degli studi dell’Insubria di Como, è istruttore amministrativo presso ente locale, come si legge nel suo curriculum. «Abbiamo scelto persone che vivono il territorio – continua – e che hanno già operato a stretto contatto con i cittadini, le associazioni e le aziende. Tutti noi siamo sensibili alle esigenze delle famiglie, delle categorie di lavoratori dipendenti, professionisti e imprenditori, nonché dei pensionati e dei giovani».
«’ViviAmo Arsago – conclude il candidato sindaco – intende partire dalle persone per migliorare la vita della comunità arsaghese. Attraverso un’attenta programmazione si propone di custodire e curare al meglio il patrimonio pubblico, guardando alle reali esigenze e al futuro del paese in un’ottica di sviluppo».