Lo scenario ricorda un po’ quello del 2011, a Gallarate: la Lega che sfida direttamente Forza Italia. Politicamente, ma con uno scivolamento verso il piano etico. Al centro c’è proprio il ruolo di Nino Caianiello, da quindici anni almeno grande tessitore di Forza Italia, da settimana scorsa accusato di gestire un «sistema feudale».
E se a livello provinciale la Lega tiene il punto con Forza Italia chiedendo discontinuità, sul territorio l’occasione data dalle novità di questi giorni è diventata troppo ghiotta, per non farne strumento di campagna elettorale. Così che un pugno di Comuni – quelli della sfida diretta tra le due forze di centrodestra – diventano simbolici. Soprattutto là dove ci sono schierati esponenti vicini a Caianiello e alla sua corrente, quella rappresentata dall’associazione Agorà Liberi e Forti (che giusto ieri ha minacciato di querela i giornalisti).
A Cardano al Campo la destra “sovranista”, Fratelli d’Italia e Lega,schiera Maurizio Colombo e già nell’ultimo anno aveva attaccato Forza Italia, considerata troppo accomodante con il centrosinistra. A inizio primavera gli azzurri sono confluiti nella lista Progetto Comune per Sergio Biganzoli, nata dal gruppo di minoranza di Cardanoincomune e sostenuta dal Pd («Tutto il Pd» ha puntualizzato il segretario Massimiliano Zocchi).
Dopo il terremoto che ha travolto Nino Caianiello, dalle file leghiste è stato fatto girare – un po’ sottotraccia: commenti sui social, whatsapp – anche il video di Agorà Liberi e Forti in cui, a fianco di Caianiello sulla poltrona del barbiere, compare Patrizio Strino, storico referente di FI a Cardano. Un modo per ricordare la confluenza degli esponenti di Forza Italia sul progetto di Biganzoli: nella lista c’è Strino ma c’è anche Milena Melato, altra esponente azzurra di lungo corso (che nel 2018 era entrata nel direttivo di Agorà col ruolo di vicepresidente).
Lo scontro è rovente a Samarate, dove Lega e Forza Italia si sfidano direttamente.
Dopo gli arresti di martedì scorso, gli esponenti della Lega si sono detti «ancora più convinti» della necessità di correre divisi da Forza Italia, in una sfida tra componenti del centrodestra che già era tesa. Le due forze fino a poche settimane fa governavano ancora insieme ma con mille tensioni, la vicesindaco facente funzioni Alessandra Cariglinoaveva anche “licenziato” un assessore, tra mille polemiche.e rapporti personali deteriorati tra (alcuni) membri dell’ex giunta Tarantino (eletto nel 2018 parlamentare del centrodestra unito, nel collegio uninominale).
Negli ultimi giorni lo scontro è diventato molto più aperto. Non tanto dalle file della Lega, quanto da altri. Il candidato di Mdp Domenico Aiello, insieme a Luigino Portalupi, ha intimato alla candidata di Forza Italia Cariglino di voltare le spalle al suo partitoo – come «onorevole» alternativa – di ritirarsi dalla corsa elettorale. Peraltro è curioso che la diaspora di Forza Italia a Samarate ha portatogli azzurri (ex e attuali, di varie correnti) a dividersi oggi su quattro candidati sindaco diversi (esponenti più o meno recenti sono in lista per Aiello, Cariglino, Puricelli e Zocchi).
Feroce è la polemica di Eliseo Sanfelice, l’ex consigliere comunale già protagonista di un duello con Cariglino e la segretaria politica del Pd Rossella Iorio. Sanfelice oggi torna ad attaccare il Pd locale: «Perché a differenza del Pd di Gallarate e Busto Arsizio e di tutto il Pd Provincia e Regione (addirittura la Lega Provinciale ha preso le distanze ) non ha assunto nessuna posizione nei confronti dì Forza Italia, che a Samarate ( anche se non sfiorata da indagini) è risaputo da tutti che da sempre è nella sfera di influenza della parte oggi messa in discussione dagli ultimi eventi?».
C’entra anche il dibattuto elettoraleche ha visto confrontarsi il candidato del centrosinistra Tiziano Zocchi e la candidata azzurra Cariglino. In un rovesciamento un po’ paradossale dell’ordine normale delle cose (in cui i candidati partecipano ai dibattiti), Sanfelice vede nel confronto tra i due candidati una prova «della simpatica desistenza tra i due», con lo scopo «di penalizzare il candidato leghista Puricelli».
Detto questo, non è che altrove – anche dove Lega e Forza Italia corrono insieme – manchino le accuse di altre liste e candidati verso gli azzurri (come nel caso di Sesto Calende). Paradossalmente, a Gallarate città – dove è stato arrestato anche un assessore – le acque tra i due alleati sono meno agitate. Di certo però la situazione calda è quella nei Comuni al voto nella zona di Gallarate, complice – appunto – anche lo scontro diretto tra i due partiti di centrodestra. Alleati a Milano, ostili l’un l’altro a Roma, ancora indecisi a livello locale.