Dopo un mandato da vicesindaco e due da Primo Cittadino, Marco Galbiati punta al terzo mandato alla guida di Castello Cabiaglio. Una scelta che il candidato di “Cabiaglio per tutti, tutti per Cabiaglio” spiega in questa intervista
VareseNews ha proposto un’intervista anche alla candidata di Radicati nel Futuro, Simona Beretta. Ma la candidata ha rifiutato spiegando che non ha tempo per rilasciare un’intervista prima delle elezioni.
Perchè ha scelto di ricandidarsi?
La scelta di ricandidarmi non è stata semplice né scontata: inizialmente ero titubante, avrei preferito trovare un’alternativa che potesse portare una novità in comune rimanendo in continuità con la nostra amministrazione che, credo, ha ben lavorato in questi anni. Ho provato per mesi a sondare le disponibilità del paese e, quando ho constato che non c’erano alternative, ha prevalso il senso di responsabilità che mi ha spinto a ripresentarmi. Credo che, come già detto, in questi anni l’amministrazione che ho l’onore di rappresentare abbia operato bene, realizzando molto per il paese e facendolo conoscere ben oltre i confini del nostro ambito territoriale: non ripresentarci a questa tornata sarebbe stato un peccato, perché sentiamo che tanto c’è ancora da fare.
Come ha composto la sua lista?
Sono soddisfatto della composizione della nostra lista: quest’anno presentiamo una formazione che coniuga, accanto ad alcuni dei componenti della passata amministrazione diversi volti nuovi, giovani ed entusiasti, che sono sicuro sapranno dare il loro contributo valorizzando il loro portato di novità. Se c’è una cosa che forse in questi anni ci è mancato, infatti, è stata il non aver coltivato in seno all’amministrazione giovani che potessero in futuro prendersi in carico il ruolo di amministrare il paese. E’ sicuramente un lavoro duro, che noi abbiamo interpretato come servizio per la comunità, sacrificando molto del nostro tempo libero; ma è pure un’attività entusiasmante, divertente, che se fatta con il giusto spirito dà il senso di soddisfazione che solo le cose belle sanno donare. E’ questo spirito che vorremmo passare, io e i membri della precedente amministrazione, ai nuovi arrivati, scelti per il loro entusiasmo e per le competenze che siamo certi sapranno mostrare.
Quali sono le vocazioni del suo paese e le priorità da affrontare?
Il nostro è un paese piccolo, senza molti servizi, che negli anni ha subito lo spopolamento tipico di molti dei piccoli comuni della zona. E se ultimante c’è stata una piccola ma significativa inversione di tendenza è grazie al fatto che Castello Cabiaglio ha saputo coltivare una propria identità specifica, quella di un paese accogliente, vivo, aperto a eventi culturali e ricreativi che attirano molti visitatori ogni mese, oltre che alla presenza caratterizzante di moltissime iniziative per i più piccoli. Crediamo che questa debba essere la strada da perseguire: continuare a migliorare i servizi alla persona, facendo sentire ogni abitante come parte di una comunità unita e solidale; appoggiare tutte quelle realtà locali che propongono iniziative culturali e ricreative, per portare a Cabiaglio il turismo interno che è linfa vitale per il territorio, anche da un punto di vista economico. Realizzare quelle strutture fondamentali perché sia valorizzata la bellissima cornice che ci circonda, riqualificando i sentieri intorno al borgo e realizzando la pista ciclabile che ci connetta con i paesi vicini, oltre che un parco giochi per i più piccoli che ora manca al nostro paese. Infine, i piccoli paesi come il nostro devono abituarsi sempre più a lavorare in sinergia con altri enti, siano essi i comuni limitrofi o gli enti sovra comunali, provincia e comunità montana: visto che i servizi essenziali sono destinati a passare di competenza a enti terzi, vigileremo affinché i bisogni dei nostri concittadini siano ben rappresentati in queste sedi.
Cosa si rimprovera di non aver fatto e di cosa va più orgoglioso?
Se devo tracciare un bilancio di quanto fatto finora, devo dire che la cosa che più ci ha resi orgogliosi in questi anni l’ho citata in precedenza: se tante famiglie giovani sono arrivate, colorando di facce nuove le strade del paese, vuol dire che qui si sta bene, la comunità è viva e accogliente sia per i residenti di vecchia data che per i nuovi arrivati. Un’altra cosa che credo abbia funzionato molto bene, rappresentando il fiore all’occhiello del paese, è la nostra biblioteca, che si è da poco ampliata e che rappresenta un punto di riferimento culturale per tutti i cittadini. Certo, tutto è migliorabile: avremmo sicuramente potuto fare di più, facendo sentire maggiormente la nostra voce in comunità montana e in provincia, migliorando i servizi primari che talvolta hanno mostrato qualche pecca, come il servizio idrico ed elettrico. Ci tengo però a dire che purtroppo, in questi anni, sempre meno contributi sono arrivati dallo stato ai comuni, rendendo complicato operare un vero riammodernamento delle strutture esistenti. Abbiamo per questo partecipato a bandi, alcuni anche vincendoli ma non sempre siamo riusciti a farlo, perché è un lavoro difficile che richiede molto tempo e competenze: sicuramente ci riproponiamo di migliorare da questo punto di vista.
Come si immagina il suo paese da qui a 5 anni?
I tempi in cui viviamo sono frenetici, e molte delle cose che ci riguardano nella vita quotidiano non dipendono dalle scelte prese nel nostro piccolo comune, ma da dinamiche ben più grandi a livello di paese, di unione europea e di rapporti tra stati. La nostra capacità di manovra è limitata, inutile nasconderselo, le questioni macro economiche ed ambientali influenzeranno sempre più la vita di tutti i cittadini. In questa visione, però, la sfida del locale non deve essere interpretata come secondaria: credo che le piccole comunità, con il loro carattere di solidarietà e comunione possibile solo a livello di micro realtà, rappresenteranno un ricchezza sempre più preziosa per tutti noi. In questo senso mi immagino che il cammino che si intraprenderà con questa tornata elettorale e che ci porterà al 2024, al di là dello schieramento che andrà a prevalere, debba tenere conto di questo scenario. Mi immagino sempre più una realtà vivace, attenta, in cui ogni cittadino senta di abitare da protagonista in una rete di persone solidali tra loro: i tempi della chiusura, del particolarismo sono finiti, e chiudersi ognuno nel proprio orticello non ci porterà da nessuna parte; sia a livello di stati che, a maggior ragione, tra vicini di casa.
Quale sarà la prima cosa che farà, se rieletto?
Se i cittadini di Cabiaglio decideranno di accordarmi ancora una volta la loro fiducia, la prima cosa che farò, sarò banale, ma sarà di rimettermi sotto con entusiasmo: crediamo molto del nostro programma, è molto ambizioso ma pensiamo che risponda bene alle esigenze del paese. Realizzarlo completamente sarà la vera sfida, ma allo stesso tempo saremo sempre in ascolto di nuove esigenze che possano emergere dalla gente, pronti a fare correzioni in corso se si renderanno necessarie.