A poche settimane dalle elezioni europee del 26 maggio, è stato organizzato un incontro tra l’europarlamentare Brando Benifei e gli studenti dell’Università degli studi dell’Insubria. Al centro della conferenza la costruzione di una cultura europea condivisa, il ruolo dei giovani e i rischi dei sovranismi.

«La democrazia – ha commentato Fabio Zucca, docente di Comunicazione e integrazione europea dell’Università dell’Insubria – e i diritti sono stati conquistati in passato con sacrificio e tocca a noi salvaguardarli. Spesso, però, diamo per scontato alcune realtà a cui siamo ormai abituati come: libertà di spostamento, moneta unica, Erasmus, riconoscimento in ogni stato della laurea.

«Quando ero in università ad Harvard – ha poi raccontato Majocchi -, mi accorsi che discutere tra europei era molto più facile che con gli americani. Questo perché condividevamo una cultura comune. Questo vuol dire appartenere a una comunità».

«La comunità europea – ha poi aggiunto Vittorio Luigi Majocchi, insegnante di Storia dell’integrazione europea all’Università di Pavia – è nata in risposta alla crisi della civiltà, per uscire dall’Europa della guerra e dell’Olocausto, fatti che corrispondevano alla negazione di tutti i valori occidentali».

«Non ha senso – ha poi concluso Majocchi – rivendicare la sovranità di un paese come l’Italia, perché siamo una pulce in confronto a potenze come la Cina. Uno stato europeo si fa sentire nel mondo solo perché parla a voce dell’Europa. Si sta costruendo il fronte dei sovranisti, ma manca invece un fronte di coloro che vogliono lottare per fare progredire la comunità europea».

All’incontro di giovedì ha partecipato anche Brando Benifei, europarlamentare Pd appartenente al gruppo Socialisti e democratici. «Credo – ha fatto sapere Benifei – che sia nell’interesse nazionale italiano avere un’Europa federale più unita e più efficiente».

«Uno dei principali problemi dell’Europa – ha poi aggiunto Benifei – è la paralisi delle istituzioni, in particolare quella del consiglio europeo, che non sembra riconoscere ancora appieno le funzioni del parlamento europeo. Bisognerebbe che gli stati nazionali inizino a lavorare fianco a fianco per portare avanti un progetto europeo comune».

«Usciamo – ha spiegato Benifei – da dieci anni di crisi economica che ha messo in difficoltà anche l’Europa. Molti problemi nati con l’inclusione di altri paesi all’interno dell’Unione, come la mancanza di tutela della concorrenza leale nel mercato del lavoro, hanno minato la fiducia dei cittadini verso le istituzioni europee».

«Se vogliamo continuare – ha infine concluso Benifei – a garantire uno stile di vita e delle tutele per i cittadini come quelle delle quali si può godere in Europa, dobbiamo compiere un passo in avanti verso un’Europa più unita, più forte e federale».