Dove giocheranno i ragazzi di Samarate? Fino al 30 giugno la gestione dei campi sportivi è in mano, tramite convenzione, alle due società calcistiche cittadine – Polisportiva Vergherese e Città di Samarate – ma il comune sembra non volerlo rinnovare per l’anno a venire.

A sollevare preoccupata la questione è la lista “Alternativa per Samarate”: l’amministrazione – denunciano – avrebbe optato per un bando nel mese di maggio: il rischio? L’affidamento a una società non samaratese, mentre i calciatori delle due squadre dovrebbero allenarsi fuori città, in altri campi di calcio.

Alternativa per Samarate ha sottoposto la questione in vista dell’ultimo consiglio comunale prima delle elezioni:«Abbiamo chiesto in via informale ai consiglieri di maggioranza e minoranza di parlarne nel corso dell’ultima seduta (lunedì 29 aprile), ma il nostro comunicato non è stato passato. Ci è stato solo detto che verrà fatta una commissione per il tema, ma ora non si può fare nulla, è tardi», dicono Domenico Aiello e Luigini Portalupi.

Il loro appello non è solo dettato dalla preoccupazione per il futuro delle due squadre o per il nuovo sindaco che, appena insidiato, dovrà occuparsi di questo problema, bensì attacca l’idea del bando di natura economia alle fondamenta: ciò che viene messo in discussione da Aiello è la visione prettamente economica che l’attuale amministrazione ha dello sport, che dovrebbe essere concepito come un servizio sociale e non una mera questione economica. «Chi dice che un’attività sportiva è economica? Lo sport è un’attività prima di tutto sociale ed educativa, la nostra proposta è quella di aprire i campi per dei centri sportivi estivi».

«La legge è chiara: il 50% dei punteggi nei bandi va alla questione economica. Le due società sportive perderebbero in partenza», continua Portalupi. «Abbiamo diverse perplessità, prima tra tutte quella del km 0 di servizi ed utenze: bisogna salvare la socialità, non si può non prendere in considerazione il rischio che ben due squadre di calcio siano costrette a spostarsi negli altri comuni per allenarsi, con tutti i danni – ambientali, logistici e sociali – del caso»: secondo Aiello e Portalupi, dunque, si dovrebbe pensare prima ai ragazzi e alle loro famiglie.

Allora che fare? La loro proposta è una convenzione al posto di una gara: «Il consiglio comunale dovrebbe rinnovare la convenzione di un altro anno impegnandosi a congelarla per avere il tempo necessario di individuare nuove strategie di affido dei campi sportivi escludendo qualsiasi bando di matrice economica».

 

 

di Nicole Erbetti