Cinque anni da vice sindaco, prima ancora altri cinque da assessore servizi sociali e un importante trascorso come coordinatrice del centro di ascolto Caritas.

Ascolto: è questa la parola che si porta appresso Pinuccia Mandelli, 61 anni, unica candidata per la poltrona di sindaco nel paese delle cinque valli, Cunardo.

«Già, perché una cosa la voglio dire in maniera molto chiara e lineare: ci candidiamo ad ascoltare tutti. Anche quelli che non vogliono andare a votare».
Perché nella sala consiliare illuminata dal sole e dal verde delle montagne tutto intorno, il rischio è che non si riesca a riunire nessuno se il prossimo 26 maggio non si recherà alle urne almeno il 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto, dal momento che Cunardo è uno di quei centri dove di liste, sulla scheda elettorale, ce ne sarà una sola.

Paura dell’astensionismo? «Non direi, sebbene ci sia qualcuno che pensa a una campagna elettorale di questo genere: non andare a votare. Ma in realtà stiamo parlando non agli elettori, ma ai nostri cittadini. Li stiamo incontrando: l’altra sera abbiamo parlato proprio con le associazioni per spiegare il concetto legato al rischio che arrivi un commissario prefettizio che si occupi dell’ordinaria amministrazione. E per quanto bravo possa essere un commissario, è poi la capacità di ascolto rivolta alla comunità che rischierebbe di venire meno. Fatto che può venir sfatato con un sindaco espressione del voto, e del paese».

Com’è la campagna elettorale qui a Cunardo? «La campagna è in realtà già partita sui social, dove cerchiamo di raggiungere tutti. L’altra partita si gioca in strada».

Qual è il clima che si respira? «Un buon clima, c’è interesse, dovuto anche all’età anagrafica dei componenti della lista: quattro ragazzi sotto i 30 anni, con un’età media della lista di 45 anni. Non è male: sono persone molto attive sui social con video, instagram e altro. C’è interazione. Qui non c’è in ballo la propaganda, ma la necessità di arrivare a tutti».

Dopo un’esperienza come amministratrice pubblica, si è fatta un’idea di cosa voglia dire fare il sindaco in un centro come Cunardo? «Sì, certo. Ci sono persone che non sono portate, perché fare il sindaco qui da noi – come altrove, del resto, in simili contesti – significa dare retta a chi ti ferma per strada in ogni momento».

Si sta parlando anche di programmi? Quali sono le vostre priorità?
«Le problematiche in paese ci sono. E si va dalla sicurezza stradale (il paese è attraversato da importanti arterie stradali come le sp 30 e 43) per garantire la mobilità dei pedoni che hanno diritto a potersi muovere in sicurezza attorno ai luoghi dove vengono erogati servizi come la casa di cura, ma anche dove trovano posto le attività commerciali».

Poi? «Un’altra priorità deve riguardare la vivibilità del centro storico non fine a se stesso, ma per farlo diventare un vero e proprio luogo di aggregazione per tutti».

«Altre priorità sono i nostri giovani: voglio aprire le associazioni alle nuove generazioni. È un passaggio fondamentale, perché solo attraverso un loro coinvolgimento sarà possibile al contempo avere nuove risorse nella società civile e attivare un percorso di responsabilizzazione verso la nostra comunità, che in questo modo potrà beneficiare di una visione sempre rinnovata, in movimento».

Cunardo ha un territorio molto ampio: avete progetti per valorizzare quello che già c’è? «Si, certo e su questo tema vogliamo puntare sulla natura, i boschi e le bellezze naturalistiche magari nascoste, ma che abbiamo. Subito va valorizzato il patrimonio boschivo e le ciclabili che attraversano il nostro territorio, oltre ai percorsi culturali come la Via Francisca del Lucomagno».

La Lista che sostiene Pinuccia Mandelli si chiama “Cunardomani“.