Una questione rilevante per la frazione di Prospiano è la sistemazione dell’ex asilo: già dibattuto durante uno degli ultimi Consigli comunali, il tema vede i due schieramenti su fronti discordanti, in merito ai progetti da abbracciare.
Ci sono infatti alcune variabili che incidono sul futuro dello stabile: gli ingenti costi per la sua ristrutturazione, il fatto che la proprietà sia della Curia e la destinazione d’uso dal proprietario, che diede in eredita l’area alla parrocchia.

Il sindaco Vittorio Landoni delinea il contesto che ha condotto il gruppo di maggioranza a riflettere sulle soluzioni da adottare per l’ex asilo: “Ad oggi lo stabile è di proprietà della parrocchia di Prospiano che ha avanzato un progetto da finanziarsi con fondi della Fondazione Cariplo, se raggiungibili. Ci è stato chiesto, da parte della parrocchia, di poter accedere al finanziamento: lo scopo è la realizzazione di una dozzina di alloggi per anziani autosufficienti all’interno di una struttura con spazi comuni, presidiata da personale paramedico per le eventuali necessità delle persone. Sarà nostra cura chiedere che parte di quegli alloggi sia destinata a cittadini gorlesi. Ci è sembrato giusto aderire alla proposta della parrocchia, in quanto fino a oggi non vi erano possibilità economiche da parte del Comune per ristrutturare gli ambienti, se pur in passato vi sia stata l’adesione ad un bando della Fondazione del Varesotto che però non ha dato i frutti sperati. Si trattava di un progetto con i comuni di Busto Arsizio e Olgiate Olona per costruire una casa famiglia – ricorda il Primo cittadino – che prevedeva già una gestione integrata: includeva la ristrutturazione di una parte dell’asilo con la maggior parte delle spese a carico della Fondazione e il 10% del Comune. Il progetto non andò in porto perché ci piazzammo al quarto posto e ne venivano realizzati solo tre”.

Una delle problematiche maggiori, spiega Landoni, sono i costi che sarebbero necessari per la ristrutturazione dei locali: “Tenere inutilizzato un ambiente del genere ci sembrava sbagliato e per la sua ristrutturazione a dovere si parla di circa 1.200.000 euro: una cifra che non abbiamo e quindi abbiamo acconsentito a questa possibilità. Non è nostra intenzione aprire mutui per una ristrutturazione, perché ciò impatterebbe sulla spesa corrente e occorrerebbe aumentare le tasse, una cosa che non vogliamo fare”.

Una scelta che collima con una visione della politica ben precisa, tiene a precisare il candidato di “Per una comunità rinnovata”: “Per me la politica è una cosa seria e ritengo giusto sognare, ma nell’ambito di una realtà dei fatti e dei conti che non si può nascondere alle persone. Ci devono essere sogni, progetti, ma realizzabili. Noi lasciamo un avanzo di Bilancio che è di 4.700.000 euro e abbiamo comunque investito per oltre 13 milioni. Non ci si può continuamente aggrappare ai soliti fondi europei – regionali o nazionali, oppure di accedere a mutui perché, soprattutto in questo caso, si ha bisogno di entrate certe e quindi, per ripagarli, si dovrebbe puntare al taglio ai servizi o all’aumento delle tasse: ipotesi, queste, che non vogliamo prendere in considerazione”.
Landoni riflette anche sull’ipotesi che la richiesta della Parrocchia non dovesse concretizzarsi: “Se il tutto non dovesse andare a buon fine, allora ci permetteremo di intervenire con modalità d’intervento e destinazioni d’uso consone alla collocazione dello stabile. Un centro Diurno per anziani potrebbe essere anche un’idea che è stata avanzata recentemente”. E le associazioni cittadine? “Pro loco, Alpini e il Centro musicale cittadino dovranno invece essere collocati nell’area dell’ex mensa, che sarà sistemata e accoglierà i nostri volontari”.

La chiesa di Prospiano, direttamente coinvolta nella questione: è infatti la parrocchia ad essere proprietaria dell’immobile dell’ex asilo

Di diverso avviso Fabiana Ermoni: “A proposito dell’insediamento di un’altra struttura per anziani nell’ex asilo di Prospiano, ricordiamo che, essendoci già la Fondazione Raimondi a Prospiano e a Gorla la RSA San Luigi Gonzaga, speriamo che la Fondazione San Carlo, proprietaria degli immobili ceduti per 30 anni al comune di Gorla Minore in comodo d’uso e restituiti precipitosamente dall’attuale Amministrazione, che non se ne è presa cura, per la partecipazione ad un bando Cariplo destinato alla realizzazione appunto di appartamenti per anziani, riveda il suo progetto. Noi abbiamo verificato che sul mappale n.18 che riguarda l’ex asilo, esiste un vincolo perpetuo di destinazione “alla Gioventù” del paese, come venne indicato dal proprietario che diede in eredita l’area alla parrocchia. Nel rispetto delle nostre radici e delle nostre tradizioni, intercettando il sentire di prospianesi e gorlesi, pur guardando al futuro e alle evoluzioni possibili con concretezza e realismo, crediamo che quella destinazione non vada tradita con leggerezza. Noi vorremmo destinare quella struttura a sede di Associazioni e/o ad altre iniziative legate ai ragazzi under 30, in modo da creare, insieme alla Casa dei Giovani Giovanni Paolo II, realizzata presso l’oratorio di Prospiano, una cittadella della Gioventù. La parrocchia in quanto Ente attento e designato a chi vive qui, dovrebbe essere sensibile alla qualità della vita della popolazione locale, oltre che alle esigenze di accoglienza degli anziani che provengono da altri Comuni”.

La candidata di ‘Progetto per Gorla + Viva’ valuta anche l’ipotesi che questa linea di pensiero non sia concretizzabile: “Qualora, essendo quell’edificio uno spazio di proprietà della parrocchia, non sarà possibile intervenire per noi in modo diverso, sulla destinazione che la parrocchia ha previsto per questo “pezzo di Prospiano” destinandolo ad altro uso rispetto a quello da noi auspicato e indicato dalla volontà di chi lo aveva lasciato in eredità alla Parrocchia stessa, vigileremo secondo tutto quello che ci compete e nelle sedi opportune: valuteremo se, anche per questo progetto, sia possibile prevedere una progettazione partecipata come all’Estero avviene regolarmente per realtà che coinvolgono abitazioni per anziani autosufficienti, ma integrate in una fruizione mista. Ossia che ci siano spazi dedicati da vivere con altre fasce di età della popolazione e perché diventi, non un’ennesima colonizzazione e sottrazione sul nostro territorio, ma un episodio di integrazione fra funzioni e possibili fruizioni, non solo un ghetto su Prospiano”.