A poco più di una settimana dall’appuntamento elettorale del 26 maggio, entriamo nel vivo della campagna e conosciamo più da vicino l’ultima (ma non ultima) forza scesa in campo a Marnate: Elisabetta Galli e il suo “Qui per Esserci”, iniziando specificando come la lista sia nata a seguito di tentativi, falliti, di costituire un’opposizione compatta all’amministrazione uscente: “Quando il progetto è fallito, io avevo già preso la mia decisione e quindi non mi sono tirata indietro. Ho creato un gruppo che sento mio, nel quale ciascun componente si occupa di ciò che è più vicino alle proprie competenze. Si è creato così un bello spirito di gruppo, che ha elaborato un programma del quale sono estremamente orgogliosa”. Partendo dalle sue competenze (nella vita fa l’avvocato) e dalla sua voglia di fare, le chiediamo come immagina Marnate tra cinque anni, alla luce di una sua eventuale vittoria: “Vedo un paese più vivibile, dal punto di vista della cura dell’ambiente e del verde pubblico, ma anche su fronti come sicurezza e vivacità. Mi piacerebbe che fosse un posto più accogliente, ricco di iniziative che possano creare un senso di comunità che va al di là delle scelte dell’amministrazione. Il ripensamento degli spazi pubblici penso sia una priorità, dato che a Marnate mancano gli spazi per incontrarsi, per tutte le fasce d’età. Non voglio rivoluzionare tutto e il programma non ha grosse pretese, muove le sue pedine sul cercare di massimizzare i servizi che già ci sono e implementarne di nuovi grazie ad un censimento degli immobili di proprietà del Comune che sono papabili per questo tipo di attività”. Sulla spinosa questione della palestra, che ha tanto infervorato la campagna elettorale, la Galli non ha una posizione aut/aut come le altre due liste: “Non sono né a favore né contro, bisognerà vedere se sarà possibile sfruttarla in maniera polivalente per far sì che sia una vera risorsa”. Un’ “anomalia” che si riscontra andando ad approfondire il personaggio è la voglia di stare veramente a contatto con la persone, in carne ed ossa: “Non sono una da social, cosa che mi criticano in molti. All’inizio mi dicevano che era indispensabile, ma io non sono proprio fatta per quel mondo, e credo che se avessi ceduto la cosa sarebbe risultata forzata e poco genuina, preferisco essere me stessa. I miei avversari poi mi hanno rimproverato di essere assente nella vita associazionistica del paese, cosa totalmente falsa: in tanti mi hanno paragonato al prezzemolo per come riesco a gestire il lavoro quotidiano con la vita in oratorio. Sono semplicemente fatta così, preferisco incontrare la gente per strada e avere uno scambio proficuo piuttosto che un rapporto asettico da dietro una tastiera”. Ed è proprio in questo suo essere il nocciolo di quello che è “Qui per Esserci”: “Il nome non è stato scelto a caso, sta a significare la volontà di creare un’amministrazione presente nella vita dei cittadini, dalla quale tirare fuori il meglio da ogni componente per migliorare, a piccoli passi, la vita generale del paese”.