Con la campagna elettorale agli sgoccioli e l’avvicinarsi del fatidico 26 maggio, giorno in cui Besnate voterà il nuovo sindaco scegliendo tra Marco Bonalli ed il primo cittadino uscente Giovanni Corbo, VareseNews ha intervistato i due sfidanti. La parola a Giovanni Corbo, che tenta la doppietta dopo il primo mandato di questi cinque anni insieme alla sua squadra di “Con voi per Besnate”.

Perché ha deciso di candidarsi?

«Ho deciso di candidarmi per due aspetti fondamentali: il primo è dovuto al fatto che credo che la squadra con cui ho lavorato e con cui lavorerò – che in parte prevede degli elementi della squadra precedente – sia una squadra talmente forte, qualificata e motivata che possa far veramente bene a Besnate. Abbiamo un programma fortemente innovativo in alcuni aspetti, dove l’elemento caratterizzante è il coinvolgimento dei cittadini: la partecipazione è l’elemento forte su cui basiamo qualsiasi idea che noi abbiamo portato all’interno del programma. Cercare di avere una comunità che dia una possibilità a tutte le sfere anagrafiche e sociali di poter partecipare per noi è fondamentale ed avendo lavorato così tanto e così bene, ritenevamo importante poter proseguire il percorso. L’altro aspetto è strettamente personale, non nascondo che fare il sindaco della propria di grande appartenenza è per me motivo di grande piacere. Ho tanta passione e mi piace tradurla nell’attività di sindaco».

Quali sono le priorità su cui concentrarsi nei primi cento giorni di amministrazione?

«Questa domanda è un po’ un trabocchetto, perché quando si ha esperienza di amministrazione si percepisce che se la si interpreta come un’azione concreta da realizzare, potrei dire i particolari realizzabili in cento giorni, ma sarebbe soltanto un modo per rispondere alla domanda, senza dare veramente la concretezza di quello che si potrebbe fare. Io credo che i primi cento giorni di attività dell’amministrazione saranno sicuramente dedicati a cercare di realizzare alcuni progetti che abbiamo già avviato: dobbiamo concentrarci sulla scuola, dove abbiamo dei progetti già in essere e che sono da avviare prima che inizi l’anno scolastico, e dovremo restituire alla comunità un campo di calcio a 5 e tennis polivalente e fruibile in maniera tale che possiamo concretizzare già nei primi cento giorni da un lato il mondo della scuola, dall’altro quello dello sport, dando dei segnali forti fin da subito e gettare le basi per il progetto cui noi teniamo tantissimo, che è quello della Casa delle culture».

Lei ed il suo sfidante avete pensato a due progetti differenti per il centro anziani, perché le sale vuote della Mutua? Cosa pensa dell’altra proposta?

«Come abbiamo ripetuto ogni volta che abbiamo presentato il programma dell’amministrazione vogliamo essere concreti, pur coltivando dei sogni e delle aspettative, vogliamo che intorno a questi ci siano delle solide basi per quello che realizzeremo. C’è un modello integrato, collocato in una struttura già esistente, già a norma, con tutte le carte in regola per poter ospitare un centro diurno integrato per anziani che alla comunità costerebbe molto meno e realizzerebbe un obiettivo che noi riteniamo in linea con il target demografico della comunità. Senza tralasciare il fatto che quella identificazione presso l’ufficio dell’ex circolo era qualcosa che noi avevamo già identificato tempo fa, quindi proseguiamo in continuità. Farlo, invece, in una struttura dove  si parla di un intervento di qualche milione di euro, da sindaco oggi dico che come comunità non possiamo spendere milioni di euro per riqualificare quella struttura. Ritengo più opportuno intervenire dove costa meno e otteniamo risultati immediati. Senza contare che, con il progetto dell’ex Casa Eca, gli uffici della mutua rimarrebbero vuoti ed inutilizzati».

Perché votare lei?

«Ho una squadra davvero appassionata, competente e valida. Io punto molto su di loro, ho una squadra di persone valide, basta vedere i loro profili per rendersi conto di quanto siano competenti, professionali, disponibili. Questo dico agli elettori: guardate le persone».

 

di Nicole Erbetti