Il paese di Caravate ha registrano una crescita demografica costante. I dati raccontano che dal periodo bellico ad oggi, il paese ha visto aumentare i suoi abitanti, confermandosi il luogo ideale in cui crescere bambini. Quale sarà quindi la sfida per la prossimi amministrazione?
Partiamo dai numeri. Nel 1861 la popolazione caravatese ammontava a 1273 unità, arrivando al culmine di 1821 nel 1911. Il primo conflitto mondiale non poteva che portare ad un decremento a livello numerico della popolazione, così come il periodo tra le due guerre e lo stesso secondo conflitto mondiale. Il primo innalzamento del dato sulla popolazione, anche in maniera importante, lo si nota col censimento del 1951, con un significativo +23,5%; è chiaro che la fine della seconda guerra mondiale ha portato ad un innalzamento a livello numerico della popolazione un po’ in tutta Italia, così come a Caravate.
La crescita di un polo industriale come la Inda, realtà presente già nel periodo pre-bellico, ha contribuito a canalizzare dei flussi migratori da più parti di Italia, così come la cementeria Rusconi, realizzata nel 1955. La necessità di manodopera, soprattutto in un’epoca dove ancora le “braccia” erano altamente necessarie al funzionamento dell’industria ha fatto sì che italiani provenienti da Veneto, Sardegna e Puglia si stabilizzassero in Caravate, contribuendo ad una crescita demografica con la complicità di un costante benessere, che ha segnato in positivo il paese fino agli albori del terzo millennio. Nel 2001 infatti, gli abitanti caravatesi divennero 2607, un dato che sino ad oggi non ha subito ulteriori oscillazioni ed è fermo dal 31 dicembre 2018 a 2545. La non più necessaria esigenza di manodopera, a causa delle nuove tecnologie, la delocalizzazione della sopra menzionata Inda e l’innalzamento delle vita media, compensata dal calo di nascite, hanno reso stabile la popolazione nell’ultimo ventennio. E’ pur vero che ai cittadini debbano essere sempre garantiti dei servizi efficienti, quindi il dato attuale è probabilmente quello più consono a ciò che il territorio e le risorse locali possono offrire. Lo sviluppo urbanistico è stato coscienzioso, senza eccessivo consumo del territorio e preservando le zone verdi vicino al Viganella che sempre hanno connotato il paese; localizzando altresì i nuovi poli industriali, alcuni anche in forte crescita, in apposite zone lontane dal centro.

In questo contesto mantenere gli stessi servizi garantendo un buon livello di efficienza, nonostante i minori introiti statali, non è impresa di poco conto; la sfida che attende la nuova amministrazione a Caravate non sarà affatto semplice. Partiamo comunque da un dato concreto: un bimbo di 3 anni può iniziare la scuola materna, passare per i cinque anni di scuola primaria e terminare dopo il triennio di scuola secondaria a 14 anni la sua vita scolastica, prima delle superiori, rimanendo sempre sul territorio del proprio paese; e non è comunque una cosa da poco per un Comune di 2545 abitanti; lo stesso bimbo potrà fruire dell’area verde e dei giochi annessi, poi sfruttare gli impianti sportivi presenti sul territorio: palestra per pallavolo e basket; campo sportivo per il calcio; pista ciclabile chiusa ed i tratti di pista ciclabile che si diramano fino ai confini del paese, per collegarsi grazie ai nuovi progetti con i tratti dei comuni limitrofi.

L’azione amministrativa dovrà pertanto essere volta a mantenere questi servizi nel migliore nei modi, implementandoli anche collaborando con le associazioni operanti sul territorio: Pro Loco, Oratorio, Banda, Alpini, Associazioni Sportive, presenze che danno un valore aggiunto dal punto di vista della cultura e dello sport, ma anche e soprattutto educativo e sociale, un ambito che deve avere sempre la guardia alta, per garantire equità sociale ed aiutare le fragilità che sempre più si manifestano in determinate fasce della popolazione. Sul territorio caravatese ci sono anche siti di notevole interesse storico e culturale, come il Santuario di Santa Maria del Sasso, luogo di pace e meditazione coi suoi frati, o le piccole Chiese di San Clemente e Sant’Agostino, con gli scavi archeologici effettuati di recente; sono luoghi che meritano di essere conosciuti, e che vanno preservati.