«Il comune non ha bisogno di un ragioniere o di un amministratore di condominio, serve qualcuno che abbia una visione più ampia, che vada oltre l’ordinaria amministrazione». Punta su un’idea di rinnovamento profondo, Egle Melchiori, candidato sindaco alla guida della lista Ispra Viva, sostenuta da Lega e Fratelli di Italia. 38 anni, avvocato, mamma di due bambine, definisce la politica «la sua grande passione, condivisa con il marito Enrico».

VAI ALLA PAGINA DI ISPRA DELLO SPECIALE ELEIZONI

Melchiori, da dove nasce la scelta di candidarsi?
«Sono molto legata a Ispra, è il luogo dove sono cresciuta e dove vive la mia famiglia. Ho frequentato le associazioni e l’oratorio e a Ispra ho vissuto i momenti più belli della mia vita. Tuttavia sono convinta che questo luogo abbia un potenziale totalmente inespresso che le passate amministrazioni non hanno saputo valorizzare e questo mi ha spinto a dedicarmi alla politica. Dopo dieci anni di impegno nelle file della minoranza, durante i quali ho condotto anche battaglie importanti mi è stata proposta l’opportunità di candidarmi e ho accettato volentieri con lo spirito di voler portare un vero cambiamento. Penso inoltre che avere una connotazione politica chiara sia un punto di forza e sono contenta che alla presentazione pubblica con i consiglieri regionali Brianza e Monti, la comunità abbia risposto con entusiasmo. Avere un canale di dialogo aperto con le amministrazioni sovracomunali, Regione Lombardia in primis, è oggi necessario per essere virtuosi».

Che cosa ama di più di Ispra e che cosa invece vorrebbe cambiare?
«Sono molto legata alla comunità isprese e considero questo paese meraviglioso: adoro il lungolago, il monte ma anche la zona delle Cascine e Barza. Tante bellezze rimaste nel cassetto per troppo tempo, penalizzate dall’immobilismo, in particolare di quello dell’ultima amministrazione. L’immobilismo purtroppo ha effetti nefasti su tutta la comunità: si attacca anche al tessuto socio economico e al senso di comunità: non è un caso che si siano perse le feste di paese e la voglia di trovare momenti di aggregazione. Sono convinta invece che Ispra meriti un rilancio adeguato che possa dare stimolo al turismo e all’indotto».

Quali sono le vostre proposte in questo ambito?
«Vediamo la vocazione turistica come una potenzialità da far emergere, questo cercando di valorizzare i vari punti di forza e creando degli eventi in grado di richiamare visitatori. Ritengo però prioritario individuare una strategia di sviluppo condivisa con i soggetti coinvolti e per questo credo sia necessario avviare una nuova forma di collaborazione con tutti gli attori del settore: gli operatori e i commercianti, la cui voce fino ad oggi non è stata presa in considerazione».

Qual è la prima cosa di cui vorrebbe occuparsi in caso di elezione?
«Rinegoziare le opere a scomputo del progetto di riqualificazione dell’area dell’ex camicieria Leva, inserendo interventi che rispondano a reali esigenze della popolazione. Una fra tutte la nuova palestra comunale che andava pensata subito, non in campagna elettorale. È una necessità che si ribadisce da tempo e che era stata cancellata dalla progettualità da questa amministrazione».

Qual è la vostra posizione rispetto al progetto di riqualificazione dell’area Leva?
«Condividiamo la necessità dell’operazione di bonifica ma sul progetto abbiamo profonde divergenze tanto che ho presentato ben 25 osservazioni in consiglio perché ritengo che quel tipo di intervento non sia rispondente ai bisogni dei cittadini ispresi, vada in opposizione agli strumenti urbanistici del Pgt e soprattutto non sia stato condiviso con cittadini, commercianti e soggetti interessati. Personalmente ho proposto anche delle alternative, abbracciando le osservazioni delle associazioni sportive e dei commercianti e sono convinta della necessità di rispettare la destinazione turistico ricettiva e di prolungamento dell’attività sportiva pensate per quell’area».

Che interventi considerate prioritari?
«Tra le priorità c’è senza dubbio la riqualificazione del lungolago da integrare con i servizi che ancora mancano come i servizi igienici, delle fontanelle pubbliche e un punto ristoro. Penso però che alla base di tutto occorra ristabilire un dialogo con la comunità e le diverse realtà del territorio. L’amministrazione deve tornare a dialogare e fare della partecipazione un punto di forza. Ne è un esempio il Jrc con il quale gli scambi sono minimi e solo istituzionali. È fondamentale invece che da osservatore diventi un attore del territorio da coinvolgere anche negli interventi in programma. Doveva essere coinvolto, ad esempio, anche nella riqualificazione della Leva. Un altro fallimento dovuto all’incapacità di dialogare di questa amministrazione è la gestione della questione AlpTransit».

Quali sono le vostre proposte per i territori più periferici, come la frazione di Barza e la località Cascine?
«Siamo l’unica lista che rappresenta completamente il territorio in tutte le sue aree. Le Cascine sono una località che amo e che credo meriti un riconoscimento e uno spazio diversi. Sicuramente occorre realizzare la ciclabile di collegamento di cui si parla da tempo ma che non è mai stata realizzata mentre per quanto riguarda Barza occorre intervenire sul campo sportivo con una riqualificazione e con iniziative specifiche dedicate ai più giovani. Credo sia poi opportuno predisporre dei display informativi anche fuori dal centro, per migliorare la comunicazione e agevolare anche le persone che hanno più difficoltà a muoversi».

di Maria Carla Cebrelli