«Restituire boschi belli, sicuri e proficui»: una proposta ardita quella della lista civica “Samarate al centro”, che sostiene il candidato sindaco Alessandra Cariglino. Ma come strappare delle aree dallo stato di degrado ed abbandono in cui vertono ora? Un tentativo era già stato fatto in passato con l’ideazione dei due nuovi percorsi podistici – chiamati “Anelli di Samarate” – allestiti dalla Nuova Atletica Samverga, evidentemente non andato a buon fine visto come è dibattuto e seguito il tema sia sui social sia sui giornali locali. A questo proposito, Mirko Marcato dell’Atletica Samverga ha commentato:«Gli anelli ci sono e funzionano, il problema della gestione è che non è in mano alla società da due anni. C’era un contratto di gestione con il comune che non è stato più rinnovato, anche se noi lo avevamo richiesto. In ogni caso hanno avuto problemi maggiori, non dimentichiamoci poi che questi boschi confinano con i comuni limitrofi, come Busto, per cui la loro salvaguardia dovrebbe essere un compito di tutti», sostenendo che questi sbocchi dei boschi da altri comuni incrementino l’abbandono ingiustificabile dei rifiuti. L’unico modo per risolvere questo problema? «Le fototrappole», sentenzia Marcato.

L’idea centrale è quella di una «progettazione partecipata del bosco», spiega Davide Macchi, candidato della civica, diramata in un’unione dei proprietari dei lotti delle aree boschive ed in una piantumazione di piante autoctone ad alto fusto al posto della robinia, «non storicamente autoctona, che aumenta la sensazione di insicurezza e, spesso, permette a molti di trovare rifugio per questioni di spaccio o malaffare, senza contare il fatto che vi sono dei rifiuti ovunque». Questo progetto avrebbe, secondo la lista, anche un risvolto economico interessante: le piante ad alto fusto permetterebbero, infatti, di avere più legname di qualità con la possibilità, da parte dei proprietari terrieri, di avere una diretta fonte di reddito.

«Non vogliamo solo pulire i boschi, ma rinnovarli: stringerci intorno a questa risorsa, di cui spesso ci dimentichiamo, e farla diventare la vera risorsa di Samarate, dal punto di vista economico, turistico e culturale», continua il giovane candidato:«questo progetto sarebbe l’occasione di stendere un vero e proprio regolamento su queste aree che trattino argomenti apparentemente marginali ma che, in realtà, possono aiutare il mantenimento e la pulizia del sottobosco: regolamenti sulla legna caduta, individuazione di aree umide o aree pic nic».

L’unione armonica dei due fronti, ambiente ed economia, potrebbe elevare le zone verdi di Samarate in fonti di reddito e in un bene comune fruibile, «senza che ci siano ulteriori frammentazioni di lotti tra i vari proprietari». Tutto ciò favorirebbe l’apporto umano-sociale dei proprietari: il parco potrebbe diventare un vero e proprio elemento di aggregazione, nonché patrimonio della città e di ogni cittadino. Questa è l’idea, «su cui cercheremo di spingere dopo le elezioni, a prescindere dai risultati e dalla nuova amministrazione».

E i finanziamenti? «Un progetto di questo tipo necessita per forza di cose di finanziamenti sovracomunali: cercheremo di imbastire dei contatti con il Parco del Ticino o Regione Lombardia, fino ad arrivare ad attingere a bandi o a finanziamenti europei», spiega Macchi. «Il Parco del Ticino, poi, ha già iniziato dei progetti di piantumazione in collaborazione con associazioni del territorio».

«Sappiamo che progetti pilota, mossi da intenzioni simili sono già stati portati avanti da associazioni sul territorio. Noi vorremmo proporre un progetto generale, che sensibilizzi tutti i samaratesi, per poter dare a Samarate nei prossimi anni un bosco di qualità, scenario anche di attività didattico-ludiche e di collaborazioni con facoltà universitarie affini». 

di Nicole Erbetti