Avvocato, mamma, moglie, assessore. Ruoli impegnativi che Emanuela Quintiglio, candidata al ruolo di sindaco di Viggiù per la lista “Vivo il paese – La persona al centro”, affronta con energia e senza mai perdere il sorriso.

L’abbiamo incontrata a poche ore dalla conclusione della campagna elettorale per raccontarvi chi è, tra pubblico e privato.

La vita

Nata a Varese 42 anni fa, mamma viggiutese, Emanuela Quintiglio è cresciuta nella vicina Clivio, ma è a Viggiù che ha scelto “di fare il nido”: «Con mio marito, che è di Varese, ho litigato per tutti i primi dieci anni di matrimonio su questo argomento, ma alla fine abbiamo scelto di stare qui, in quello che oggi considero il mio paese perché è dove ho fatto la mia famiglia». Studi superiori al liceo linguistico Vico di Varese, il quarto anno di liceo trascorso negli Stati Uniti, poi la laurea in giurisprudenza a pieni voti e la pratica in uno studio legale di Varese, fino all’esame di Stato conseguito nel 2005. Dal 2008 ha un suo studio legale a Varese.

Sposata con Fabio, ha un bambino di 10 anni, Matteo: «L’unico della famiglia a rivendicare il ruolo di viggiutese 100%, cosa a cui tiene moltissimo».

Gli hobby

Come succede a molte donne impegnate su più fronti, alla parola “tempo libero” alza gli occhi al cielo:«Negli ultimi sei mesi tempo libero zero, avendo dovuto ricoprire anche il ruolo di vicesindaco in assenza del sindaco Antonio Banfi che è negli Stati Uniti per lavoro. Ogni minuto di tempo che mi lasciano il lavoro e il Comune lo dedico alla famiglia. Quando posso mi piace moltissimo andare in bicicletta e fare passeggiate sul Monte Orsa».

La politica

«La mia passione non è la politica ma l’impegno civico, perchè il mio interesse è per la comunità». Prima esperienza in consiglio comunale 10 anni fa, come consigliere di minoranza, poi, nel 2014, l’ingresso in maggioranza con il sindaco Banfi: «In questi cinque anni sono stata assessore ai servizi sociali e all’urbanistica, e negli ultimi sei mesi, appunto, anche vicesindaco».

Voglio fare il sindaco

«Fare il sindaco è un onore e un privilegio. E’ un onore rappresentare la mia comunità, che è una bella comunità, ma anche un privilegio, perché il sindaco ha la fiducia dei suoi concittadini. Sicuramente è un ruolo di grande responsabilità, ma questo non mi spaventa, perché nella professione che ho scelto la responsabilità è fondamentale. Per spiegare perché vorrei fare il sindaco di Viggiù mi piace ricordare una frase di Gandhi: “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”».

Un sogno per Viggiù

«Il mio sogno per Viggiù è così grande che non lo abbiamo nemmeno messo nel programma, perché realisticamente adesso non ci sono i mezzi, ma ci impegniamo a lavorare per mettere le basi perché questo sogno possa realizzarsi. Sogno di poter ristrutturare tutti i nostri gioielli artistici: Villa Borromeo, il cimitero vecchio, la chiesetta di San Siro alla Baraggia dove qualcosa a dire il vero si sta muovendo. Più realisticamente sogno di creare maggiori opportunità per i giovani sul territorio, soprattutto per gli adolescenti, ad esempio con la creazione di un’aula studio»

La foto

«Ho scelto questa foto scattata in un giorno di festa con mio marito e mio figlio, perché loro sono il mio tutto».