Gianni Armiraglio si ripresenta agli elettori di Bregano. Un simbolo nuovo “La Casa degli Italiani” per esprimere il concetto di luogo amato e da tutelare, ma anche “ luogo dove tutti vorrebbero vivere vedendo tutelati i propri diritti”.

La lista è formata da sette candidati: « Non è stato semplice deciderla – spiega il candidato sindaco – anche perchè, in un comune così piccolo, non sempre trovi chi abbia voglia di mettersi in gioco. Abbiamo, inoltre, cercato professionalità utili nel caso di amministrazione della cosa pubblica. Io, per esempio, mi occupo di comunicazione e formazione, Maurizio Fulgenzi ha maturato una lunga esperienza nella gestione dei Piani di Governo del Territorio. C’è Alessandro Rossi perito del Tribunale, Daniele Bucciol che arriva da un’esperienza nel Comune di Caravate ed è competente nei rapporti con la Pubblica amministrazione così come Tiziana Vanoli. C’è poi chi ha competenza nella Protezione civile come Pietro Orlandi. Peccato che solo due abbiamo la residenza a Bregano, ma questa la dice lunga sul senso dell’importanza di una dialettica politica, un fattore di accrescimento per tutti.

Qual è il tema più importante di questa campagna elettorale?
« Sicuramente la fusione.  Non siamo contrari ma vorremmo che la partita venisse spiegata meglio, nei suoi lati positivi ma anche in quelli negativi. Penso, per esempio, al Piano del Governo del Territorio. Come funzionerà? Si metteranno a posto tutte le magagne senza un’idea di sviluppo? Cosa succederà alle vie che hanno lo stesso nome? Come faranno i cittadini a spostarsi nel comune limitrofo per un servizio? Chi avrà la centralità dell’amministrazione?
Insomma, sono tanti i quesiti che oggi si minimizzano senza pensare ai possibili svantaggi che creeranno alla cittadinanza una volta che la fusione verrà attuata.
Fino a oggi, mi sembra che i cittadini siano rimasti un po’ in disparte, non siano stati coinvolti adeguatamente su un tema che, invece, li riguarda da vicino anche per la stessa fine delle tradizioni e senso di appartenenza della collettività. Queste economie di scala che vantaggi porteranno? Veri o fittizi?

In che senso?
Mi viene in mente il servizio raccolta rifiuti: è vero, oggi i tre comuni sono tra i più virtuosi della Lombardia. Ma chi pulisce le strade? Il servizio idrico, con quell’acquedotto costruito dai nostri padri e nonni, oggi dato in gestione a una società terza: chi ci garantisce lo stesso livello di servizio e con gli stessi costi? Per non parlare dell’azienda stessa che oggi è nell’occhio del ciclone: è davvero una buona idea esternalizzare un servizio così importante?

Il Piano del Governo del territorio è stato un tema molto caro al candidato Armiraglio
Ed è infatti un argomento che ci vede molto perplessi. Temiamo situazioni non reali e poco trasparenti. Su questo tema vorremmo maggior chiarezza e trasparenza prima di approvare il PGT, facendo intervenire esperti che possano esprimersi anche sulla viabilità del paese.

Dalla fusione vi aspettate anche un miglioramento dei trasporti?
Ho paura che questa partita non stia tanto in capo ai comuni quanto alle agenzie di trasporto. Attraverso i nostri paesi passano grossi pullman che intralciano la circolazione. Ci dicono che i pulmini non siano economici. Potremmo fare studi seri sull’effettiva possibilità di avere servizi di trasporto più snelli ma più frequenti.

Ma questa fusione la temete o la desiderate?
Abbiamo qualche remora. La nostra paura  è che un paesino piccolo venga fagocitato dagli altri paesi. Bregano è il più fragile dei tre comuni: Malgesso ha il centro commerciale, Bardello la zona industriale. Qui non c’è nulla  e rischia di scomparire del tutto.  Dove verrà posta la sede del comune e come verranno assicurati i servizi? Ma anche a livello economico: la tanto declamata fusione tra tre micro realtà porterà alla nascita di un comune comunque piccolo. Come potrà accedere ai reali vantaggi per la popolazione? Si va verso l’annullamento delle tradizioni e delle storie della comunità. Vorremmo che si procedesse con i piedi di piombo.

Cosa rimprovera al sindaco uscente Granella?
La mancanza di dialogo, la poca trasparenza per mancato coinvolgimento delle minoranze. Spesso si sapevano le cose dai giornali, a decisioni acquisite. Peccato